Morti e dispersi
La seconda guerra mondiale causò enormi perdite umane in tutto il mondo. I soldati italiani morti dal 1940 al 1945 sono stati circa 320.000. I trentini morti sono più 1600 a questi dobbiamo aggiungere circa 1000 dispersi. La maggior parte delle perdite sono state registrate sul fronte orientale, soprattutto dei primi mesi del 1943. Ma non si muore solo in combattimento, sono molti i morti in prigionia e durante l’internamento.

Numeri
Numero totale di militari
Percentuale di militari rispetto al totale
DOVE SONO CADUTI I SOLDATI TRENTINI?
In Unione Sovietica si registrano il maggior numero di caduti e dispersi, nonostante non sia il teatro di guerra dove hanno combattuto maggiormente i soldati trentini: la tragica ritirata, il freddo, le dure condizioni dei prigionieri sono le cause principali di questo drammatico dato. Si muore anche dopo l’8 settembre 1943, in particolare in Germania, nei campi d’internamento, sotto i bombardamenti o per le malattie.
Come leggere il grafico?
Ogni barra curva rappresenta il numero di soldati morti in una nazione. La lunghezza della barra e l’intensità del colore sono proporzionali al numero di soldati coinvolti: più lunga e scura, maggiore è il numero di soldati morti in quella nazione.
IN CHE ANNO MUOIONO I SOLDATI?
I nostri dati ci permettono di avere informazioni molto puntuali sui caduti e dispersi del conflitto. In questo grafico è possibile vedere l’anno e il luogo di morte. Possiamo quindi scoprire l’andamento della guerra. Il 1943 è un anno cruciale: spiccano i caduti in Unione Sovietica e in Grecia, in particolare a Cefalonia nei combattimenti contro i tedeschi a seguito dell’armistizio dell’8 settembre.
Come leggere il grafico?
Ogni segmento del grafico radiale rappresenta un’arma. La lunghezza della barra e l’intensità del colore sono proporzionali al numero di soldati coinvolti: più lunga e scura, maggiore è il numero di soldati per quell’arma.
IN CHE REPARTI SI REGISTRANO MAGGIORI PERDITE?
La visualizzazione del grafico evidenzia chiaramente come le perdite siano state più elevate tra i reparti di fanteria e alpini, seguiti dall’artiglieria. Questo dato riflette il loro impiego nei combattimenti più duri: la fanteria era il corpo principale, schierato in prima linea su più fronti, mentre gli alpini subirono pesanti perdite soprattutto nella tragica ritirata dal fronte orientale.
Come leggere il grafico?
Ogni segmento del grafico radiale rappresenta un’arma. La lunghezza della barra e l’intensità del colore sono proporzionali al numero di soldati coinvolti: più lunga e scura, maggiore è il numero di soldati per quell’arma.
QUAL È LA CLASSE DI LEVA CON PIÙ MORTI?
In questo grafico sono rappresentati morti e dispersi suddivisi per anno di nascita. Dal nostro database emerge quindi che la maggior parte dei caduti sono poco più che ventenni, in particolare la classe del 1922 è quella che registra il maggior numero di morti, essendo stata quella più presente sul fronte orientale, ma percentuali superiori di perdite si registrano nelle classi del 1917 e 1918.
Come leggere il grafico?
Ogni barra rappresenta il numero di soldati per un determinato anno di leva. L’altezza della barra è proporzionale al valore.